Le nuove iniziative dei Comuni italiani per combattere lo spopolamento dei borghi
Da diverso tempo, ormai, si parla di piccoli Comuni, in ogni parte della penisola, che mettono in atto le strategie più disparate per evitare, o almeno rallentare, il progressivo calo della popolazione e la migrazione delle nuove generazioni verso le grandi città. Molti di questi piccoli borghi hanno deciso di mettere in vendita delle vecchie case al prezzo simbolico di un euro, con lo scopo di attirare giovani e stranieri nei loro pittoreschi paesaggi.
Molto spesso, infatti, si tratta di paesi nell’entroterra, magari con poche centinaia di abitanti, che cercano in tutti i modi di non scomparire dalle mappe e, soprattutto, di mostrare le loro bellezze a nuovi potenziali abitanti.
Cosa ci guadagnano il Comune e il vecchio proprietario dell’immobile?
Detta in questi termini, la proposta di Comuni e privati sembra presentare solo vantaggi e puzza di truffa, ma in realtà non è così. Infatti, spesso si tratta di case che hanno bisogno di estesi lavori di ristrutturazione prima di poter essere idonee per viverci: il proprietario che per diversi motivi non li vuole portare a termine, vendendo si libera degli oneri fiscali legati a una casa di cui non può usufruire.
Dall’altro lato, il Comune guadagna dei nuovi cittadini, che pagano le utenze e apprezzano le bellezze del territorio, magari pubblicizzandolo anche all’estero se sono stranieri.
Chi decide di comprare un immobile, invece, ottiene praticamente una casa in regalo, seppure sia praticamente costretto ad effettuare dei lavori di ristrutturazione, sia per poterci vivere che per quanto riportato nel bando.
Ci sono anche dei lati negativi: le condizioni dell’immobile e gli obblighi da rispettare
Come anticipato, le case vendute in queste occasioni ovviamente non sono mai in buono stato e visto il prezzo irrisorio è giusto che sia così. Ci sono poi alcune clausole del bando che specificano come il nuovo proprietario sia obbligato ad iniziare e completare tutti i lavori di miglioramento in tempi relativamente brevi.
Il limite massimo per preparare il progetto definitivo è di un anno, i lavori veri e propri devono iniziare dopo due mesi ed essere completati entro tre anni. A seconda del Comune che emette il bando, le tempistiche imposte possono variare leggermente, ma in ogni caso i lavori vanno iniziati e completati nel giro di qualche anno.
Altre richieste più specifiche dei singoli bandi sono spesso facoltative da rispettare e la non osservanza di queste clausole non comporta l’esclusione degli aspiranti proprietari dal concorso. Tuttavia, se al Comune giunge un numero elevato di richieste, spesso si stilano delle graduatorie per decidere a chi assegnare gli immobili in questione. Pertanto, più clausole si rispettano, maggiore è la probabilità di essere scelti.
Ad esempio, potrebbero essere privilegiate le persone che decideranno di affidare il progetto di costruzione a ditte locali o, meglio ancora, le famiglie che decideranno di prendere la residenza nella nuova casa una volta terminati i lavori di ristrutturazione e messa a nuovo.
Conviene davvero acquistare una casa a un euro?
Riassumendo, si può dire che si tratti di occasioni molto vantaggiose per chi vuole cambiare vita, magari abbandonando la frenesia delle grandi città per rifugiarsi nella pace di un piccolo borgo dell’entroterra, dall’altra parte della penisola. Prima di compiere questo passo, però, bisogna accertarsi di avere a disposizione le risorse disponibili per completare i lavori in tempo.