L’inflazione galoppa velocemente? I nuovi buoni fruttiferi postali possono rappresentare una buona soluzione

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I nuovi Buoni fruttiferi postali possono rappresentare uno strumento capace di proteggere dall’inflazione? Chiariamo subito che la Cassa Depositi e Prestiti ha preso la decisione di rivedere al rialzo i tassi di diversi prodotti finanziari e di investimento subito dopo l’aumento dei tassi voluto dalla Banca Centrale Europea, ma anche da altre banche centrali.

Come vedremo successivamente, i vantaggi che derivano dalla scelta di un prodotto di questo tipo sono numerosi, e tra l’altro rispetto al passato i rendimenti sono nettamente aumentati, in alcuni casi persino raddoppiati. Con questi presupposti, facciamo insieme il punto della situazione, cercando di capire se possono fornire uno scudo dall’inflazione.

Buoni fruttiferi postali: strumento anti inflazione?

L’inflazione continua a galoppare velocemente, arrivando a toccare vette mai più raggiunte dal 1986. Ad incidere in maniera significativa in questa (drammatica) situazione troviamo gli aumenti della spesa energetica, ma non solo. Anche il conflitto Russia-Ucraina sta incidendo in maniera significativa, e una non completa ripresa economica post-Covid sta facendo il resto.

Volersi proteggere, quindi, è del tutto normale. Uno strumento che potrebbe quanto meno arginare la problematica proviene dai nuovi buoni fruttiferi postali. Tra i vari buoni di questo tipo troviamo quello dedicato ai minori, probabilmente il più vantaggioso. Basti pensare che il tasso massimo possibile è pari al 3,50%, mentre in passato arrivava solamente al 2,5%.

Chiaramente stiamo parlando di uno strumento destinato solamente ai minori. Nel caso si investissero 1.000 euro nel momento della nascita, al termine del periodo si incasserebbero 1.714 euro. Ma non finisce qui, perché Poste Italiane ha rilanciato anche il bfp3 anni plus, un prodotto con rendimento a scadenza dell’1%. Per questa offerta, la capitalizzazione degli interessi è su base annuale.

In aggiunta troviamo anche altri due buoni postali, ovvero il 3×3 e il 4×4. Si tratta dei buoni che offrono i tassi più alti nel portafoglio di Poste. Il primo, infatti, ha un rendimento lordo del 2% terminati i 12 anni. In passato il tasso era pari all’1%. Il 4×4, invece, ha una durata di 16 anni, e rispetto all’1,25% precedente, ad oggi è capace di offrire un tasso lordo del 3%.

Inutile sottolineare come si tratti di aumenti piuttosto significativi, e che in qualche modo possono proteggere dall’inflazione.

Il potere dei buoni postali

Come risaputo, i buoni postali sono prodotti finanziari garantiti dallo Stato ed emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. A collocarli sul mercato, invece, troviamo Poste Italiane. Ad occuparsi della sottoscrizione e del rimborso, infatti, c’è proprio Poste, chiaramente per conto di CdP. Nel momento in cui si opta per l’acquisto di un buono, la scelta possibile è tra la tradizionale forma cartacea oppure dematerializzati.

In particolare, con quest’ultima variante i titoli sono offerti in forma completamente digitale, quindi attraverso scrittura contabile che avviene su conto di regolamento. Quest’ultimo può essere un conto corrente oppure un libretto di risparmio postale. Dobbiamo comunque precisare che i buoni dematerializzati devono avere la medesima intestazione del rispettivo conto di regolamento.

Infine ricordiamo anche come qualsiasi buono fruttifero postale, indipendentemente dalla sua forma cartacea o dematerializzata, non abbia alcun costo di sottoscrizione oppure di rimborso, e soprattutto che è possibile chiedere il rimborso del denaro investito in qualsiasi momento lo si desideri. In aggiunta, gli interessi godono anche di una tassazione particolarmente agevolata: 12,5%.

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