Cashback di Stato 2022: regole, limiti ed eccezioni

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Nella sua fase sperimentale, il cashback di Stato parte l’8 dicembre 2020. Il meccanismo che muoveva questo incentivo è di semplice comprensione, dal momento che si basa sul rimborso di una quota di quanto speso in determinati acquisti pagati con carte di credito e bancomat. Da una parte, quindi, troviamo la convenienza dell’iniziativa per i cittadini.

Dall’altra, invece, c’è la volontà del Governo di incentivare i pagamenti digitali contrastando di conseguenza l’evasione fiscale. Per tali ragioni, dopo la sospensione del 2021, il cashback di Stato è stato riproposto anche nel 2022. Nelle prossime righe vedremo insieme quali sono le regole per questo anno in corso.

Come funziona il cashback di Stato

Grazie al cashback di Stato usare carte di credito, prepagate ricaricabili e bancomat diventa più conveniente. Questo perché è previsto un rimborso per chiunque utilizzi questi metodi digitali nei negozi fisici e per pagare le prestazioni di avvocati, dentisti o altri professionisti. Nel dettaglio, il rimborso è pari al 10%, con un tetto massimo di 300 euro annui.

Non è previsto un importo minimo per le spese effettuate in questo modo, ma solamente un numero minimo di pagamenti: 50. Con cadenza semestrale, quindi, è possibile ricevere un rimborso che al massimo può arrivare a 150 euro, e l’accredito avverrà direttamente su conto corrente. Per ogni singola transazione è possibile ottenere un rimborso di 15 euro.

A chi spetta il cashback di Stato

Per partecipare attivamente al cashback di Stato, è fondamentale abilitare le carte in proprio possesso sull’applicazione IO. Si tratta dell’app dei servizi pubblici. In aggiunta, è necessario anche effettuare una registrazione su tale app, attraverso lo SPID o la carta d’identità elettronica. Il cashback di Stato spetta a tutti i cittadini, e dobbiamo ricordare che si tratta di un’iniziativa individuale.

Questo significa che possono aderirvi tutti i componenti di un nucleo famigliare, cumulando di conseguenza i bonus massimi previsti e descritti in precedenza. Ma quali tipologie di spese è possibile effettuare per ottenere il cashback? Dobbiamo ricordare infatti che sono previste alcune eccezioni. Innanzitutto sono ammessi solamente i pagamenti “fisici”, dunque sono escluse le transazioni online.

In realtà per aggirare quest’ultimo limite esiste un metodo piuttosto semplice, ovvero quello di acquistare nei negozi fisici buoni Amazon (o di altri e-commerce se disponibili), che poi andranno chiaramente spesi online. In questo modo è possibile comunque ottenere la percentuale di rimborso prevista dal cashback di Stato del 10%.

Chiaramente è possibile sfruttare questo importante incentivo presso parrucchieri, carrozzieri, negozi di diversa natura, prestazioni sanitarie, bollette e moltissimo altro ancora. Sono invece esclusi gli acquisti fatti per la propria azienda, e di conseguenza le carte di credito aziendali non possono essere abbinate sull’app IO. Per quest’ultimo limite, invece, non esistono “rimedi”.

Un’attenzione particolare deve essere mostrata verso i pagamenti effettuati con carte Bancomat, che devono necessariamente passare dal circuito PagoBancomat. Questo significa che è fondamentale accertarsi che il negoziante, nel momento della transazione, faccia riferimento a questo circuito e non a Maestro. Il rischio, in questi casi, è quello che l’operazione non venga validata ai fini del cashback.

In un prossimo futuro inoltre, verranno abilitati anche sistemi di pagamento come Google Pay, Apple Pay o altri. Al momento, però, non è ancora possibile utilizzarli.

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