L’impianto idraulico sanitario permette fornitura, distribuzione e successivo smaltimento di acqua calda e fredda nei diversi punti di erogazione dell’abitazione. Solitamente è costituito da un depuratore, dalle tubazioni, dalla caldaia, dai vari apparecchi igienico-sanitari e da una rete destinata allo scarico delle acque reflue.
Dove necessaria, anche l’autoclave rappresenta uno degli elementi di un impianto idraulico sanitario. Nelle prossime righe vedremo insieme tutto quello che occorre sapere in merito.
Impianto idraulico: posa in opera
Per una corretta posa in opera dell’impianto idraulico è fondamentale sistemare la rete di distribuzione di scarico. E questo discorso è valido sia in orizzontale che in verticale. Lo scopo è quello di permettere un controllo migliore e una gestione ottimizzata delle acque nere. Fino a qualche decennio fa l’installazione era complessa e difficoltosa, ma ad oggi possono essere sufficienti 24 ore.
Ovviamente da questa stima devono essere esclusi i lavori di smantellamento e di muratura. Per quanto riguarda l’efficienza degli impianti, il personale si occuperà di effettuare interventi di manutenzione, sia ordinari che straordinari, attraverso la possibile sostituzione del filtro anticalcare, oppure di un rubinetto miscelatore, un raccordo o una tubazione danneggiata.
Come è fatto un impianto idraulico sanitario
L’acqua potabile arriva nelle abitazioni dall’acquedotto attraverso tubazioni in metallo. Qualsiasi impianto collegato all’acquedotto, dovrà essere munito di un contatore, ovvero di un dispositivo che sarà installato direttamente dall’azienda che si occupa di erogare il servizio idrico. Chiaramente il ruolo del contatore è quello di misurare i consumi idrici.
Dal contatore partono e si diramano le varie tubazioni. Queste possono essere realizzate con diversi materiali, ognuno con pregi e difetti, tra cui:
- Acciaio zincato. Tra i maggiori pregi troviamo la facilità di lavorazione. Infatti si può saldare e filettare velocemente.
- Acciaio nero. Simile al precedente, ma necessita di verniciatura o catramatura esterna. Generalmente viene impiegato per le grosse condutture.
- Acciaio Inox. Noto per essere inossidabile, resiste a lungo nel tempo.
- Polipropilene. Si tratta di un materiale plastico che tra le sue maggiori proprietà annovera un’estrema facilità di lavorazione.
- Multistrato. È un tubo di polipropilene reticolato a sua volta ricoperto da altri due strati, uno in alluminio e uno in plastica.
Le tubature vengono successivamente rivestite con dei materiali isolanti come il neoprene, capaci di offrire protezione da fenomeni di corrosione, condensazione esterna, ma anche di attutire rumori e vibrazioni dovuti al passaggio dell’acqua. Una volta posizionate sotto muri e pavimenti, le tubature raggiungeranno docce, lavandini, bidet, caldaia e WC.
Le caldaie a gas, invece, sono quegli elementi che hanno lo scopo di produrre acqua calda sia per utilizzi sanitari che per gli elementi radianti, come i termosifoni. Gli edifici non ancora raggiunti dalle tubazioni del metano, al posto della caldaia a gas impiegano generalmente dei boiler elettrici, ovvero recipienti in grado di scaldarsi al passaggio della corrente.
Si tratta però di una soluzione sempre meno usata perché più cara nella gestione rispetto alle caldaie a gas. Proseguendo negli elementi, l’impianto di scarico ha il compito di raccogliere l’acqua sporca proveniente dai sanitari come WC, bidet, lavabi e doccia.
Lo stesso discorso è valido anche per l’acqua scaricata dagli elettrodomestici come lavatrice e lavastoviglie. La colonna di scarico verticale, che solitamente è realizzata in materiale plastico, permette il passaggio dell’acqua attraverso i collettori di scarico e, una volta convogliata, raggiunge la rete fognaria.