Si discute sempre più spesso di come le nostre estati siano sempre più lunghe e roventi, e di come una delle poche armi per difenderci siano i condizionatori. Con il passare degli anni, però, queste macchine diventano obsolete, e arriva il momento della loro sostituzione. Questo perché, tra l’altro, saranno fuori legge. Ma quando accade questo? Scopriamolo insieme nelle prossime righe.
Condizionatori non a norma: quali sono?
Come anticipato, gli impianti di climatizzazione oramai sono un’arma irrinunciabile per difenderci dalla calura estiva, ma a seconda del modello anche per donare un po’ di caldo durante il periodo invernale. I benefici di queste macchine sono numerosi, dal momento che possono anche svolgere la funzione di deumidificazione, ma anche quella di purificazione dell’aria.
Il meccanismo alla base di questi elettrodomestici non è di difficile comprensione, dal momento che un fluido frigorifero è in grado di circolare tra unità interna e motore esterno. Tale liquido, passa allo stato gassoso e viceversa, con lo scopo di favorire lo scambio d’aria tra esterno e interno dell’abitazione. Durante il ciclo di raffreddamento, infatti, il climatizzatore toglie calore dall’ambiente.
In questo modo è in grado di rinfrescare il locale. Durante il ciclo di riscaldamento, invece, si verifica la situazione opposta. Nel 2014, però, è stata messa a punto una normativa a livello europeo che determina alcuni obblighi in merito ai gas refrigeranti usati all’interno di queste macchine. Nei condizionatori più vecchi, infatti, è presente il gas R410A, estremamente dannoso per l’ambiente.
La legge 517/2014 però, ha stabilito come all’interno di questi elettrodomestici vada utilizzato il gas R32, che si caratterizza per un impatto ambientale nettamente inferiore. Senza dimenticare che sia sotto il profilo del condizionamento, che sotto quello del riscaldamento, il gas R32 è capace di offrire prestazioni migliori.
Quando sostituire i condizionatori non a norma?
Il regolamento europeo chiaramente riguarda anche il nostro Paese. Per questo motivo, anche in Italia è stata stabilita la dismissione totale di tutti i climatizzatori non a norma entro l’anno 2025. Proprio per tali ragioni, chiunque possieda ancora un impianto che utilizza il vecchio gas, dovrà provvedere al più presto alla sostituzione dello split interno.
Questo perché non è sufficiente, purtroppo, cambiare solamente il gas. Per quanto concerne invece il motore esterno, la sostituzione non si rende necessaria, a patto che sia in grado di rispettare gli attuali criteri di sicurezza. Ad ogni modo, l’acquisto di un nuovo condizionatore porta tutta una serie di vantaggi, alcuni in merito alle performance, altri legati all’ecosostenibilità.
Tutto questo si traduce anche in un taglio dei costi in bolletta, una tematica piuttosto “calda” di questi tempi, perdonando il gioco di parole. I condizionatori moderni, infatti, sono dotati di inverter. Si tratta di una tecnologia che consente la regolazione automatica dell’aria, con lo scopo di mantenere la temperatura all’interno di un ambiente sempre costante, evitando quindi gli sprechi.
Nella quasi totalità degli apparecchi, inoltre, è presente la funzionalità della deumidificazione, che permette di sottrarre umidità a una stanza rendendo l’aria più respirabile, e di conseguenza rinfrescando in maniera più “naturale”. Tanti modelli, inoltre, sono equipaggiati con timer che permettono di pianificare accensione e spegnimento.
In questo modo potranno adattarsi meglio alle diverse abitudini dei consumatori. Molte persone, ad esempio, lasciano il condizionatore acceso anche di notte, ma questo comporta un notevole e inutile spreco di energia.